Eccoti qui!
Se sei su questa pagina probabilmente hai già a disposizione per qualsiasi motivo un abito da rendere adatto a te. Mettiti comoda, e prenditi del tempo per leggere perchè questo articolo forse ti toglierà dei dubbi su quello che stai pensando di fare 🙂
Croce e delizia di ogni sartoria che se ne occupi, le modifiche di un abito da sposa aprono davvero un mondo di possibilità, sia se si parli di quelle ad un abito sartoriale in corso di realizzazione, sia ancor di più se si parla di modifiche o veri e propri restyling di abiti esistenti.
Nel mio lavoro quotidiano di creatrice di abiti da sposa sartoriali mi capita spesso che un progetto iniziato in un modo finisca in un altro, di comune accordo con la futura sposa che lo indosserà, e proprio per il rapporto che si viene a creare fra noi. Dalla nostra interazione possono venir fuori idee last minute, oppure notiamo insieme che effettivamente una soluzione potrebbe risultare più adeguata rispetto a quella inizialmente proposta, e io non pongo mai limiti all’esplorazione delle possibilità. Ed ecco qua che si arriva a mettere mano all’abito in qualunque, e ci tengo a specificare QUALUNQUE, momento della lavorazione. Non è raro che alla consegna possa venire a me o alla mia cliente un’idea a cui sarebbe folle non dare seguito.
Ma poi c’è tutto il grande capitolo delle modifiche ad ABITI ESISTENTI, quindi non disegnati, progettati e realizzati da me, comunque si presentino: eredità provenienti da generazioni passate, grossi affari al mercato delle pulci o in rinomati outlet, acquisti di seconda mano da altre spose, doni, ritrovamenti etc etc.
In ognuno di questi – rispettabilissimi e molto frequenti – casi bisogna farsi forza e definire innanzitutto la reale usabilità dell’abito iniziale e realizzabilità delle modifiche necessarie. Si valuta insieme attentamente lo stato attuale del vestito, osservandone stato di conservazione, difetti, rotture, macchie e punti deboli. Passato con successo questo primo esame, si passa poi a valutare le aspettative della futura sposa: vuole semplicemente sistemarlo per poterlo indossare, oppure vuole apportare una marea di modifiche che lo snaturino completamente? Tra questi due estremi, c’è una miriade di possibilità che vanno attentamente valutate, sempre insieme, e suddivise in modifiche NECESSARIE e FACOLTATIVE. Questo modo di procedere ci mette al sicuro da passi più lunghi della gamba sia da parte mia (nella lavorazione) che da parte della cliente (nell’affrontare il risultato nonché il prezzo finale del lavoro). Mettere mano ad un abito da sposa esistente, quindi ripeto non pensato e realizzato da me, pone di fronte molte incognite che vanno il più possibile affrontate e previste prima di iniziare il lavoro, che in alcune fasi diventa irreversibile (quando si taglia, si taglia!). Alcune modifiche cambiano l’equilibrio dell’abito in modo addirittura inaspettato, portandosi dietro altre modifiche in una matrioska di lavorazioni interminabili. Altre volte va tutto liscio e in una settimana arrivederci e grazie 🙂
Ma fin qui nulla di spaventoso, né di nuovo. Ormai mi occupo da anni di questo tipo di richieste, e l’esperienza mi ha insegnato ad accettare un lavoro solo quando davvero so dove andrà a finire, e se sono riuscita a trasmettere questa informazione e questa certezza alla persona che ho davanti.
Da sempre rifiuto lavori che porterebbero solo a distruggere un pezzo di inestimabile valore affettivo, storico o semplicemente economico ad esempio, solo per il gusto di usarne una parte come base per un nuovo abito che non lo rispetti minimamente.
Per farvi capire meglio, con un esempio estremo: se hai comprato un abito su una bancarella pagandolo 20€ e me lo porti pensando di usare la stoffa della gonna per crearne uno nuovo, ecco fermiamoci un attimo a valutare se sia davvero una buona idea (magari lo è, magari no): l’abito è in buone condizioni? Intanto va portato in lavanderia, e non spenderai meno di 60-300€ a seconda della zona e delle caratteristiche dell’abito. La gonna è semplice da smontare? Il tessuto è sufficiente per ricavarne altro? Considera che smontare un abito ha un costo orario, esattamente come cucirlo. Come vedi nella migliore delle ipotesi parti da qualche centinaio di euro solo per ricavare un tessuto dal tuo famoso abito a 20€. Probabilmente, anzi sicuramente, ti converrà scegliere ed acquistare un tessuto nuovo di zecca, senza limitazioni di nessun genere, e avrai comunque risparmiato.
Ora trasferiamo questo stesso ragionamento su un abito che magari hai ereditato dalla nonna, o dalla mamma. Qui non si parla di 20 o di 1000 € di un abito appartenuto a sconosciuti. Qui c’è la storia della tua famiglia, e tutti gli affetti che la accompagnano e che l’hanno fatta arrivare a te sottoforma di oggetto indossabile. E qui bisogna avere rispetto. Del lavoro svolto da una persona che oggi verrebbe considerata probabilmente un’artista, di un tessuto che forse non viene più prodotto da decenni, di una fantasia e di una cura che ormai non esistono quasi più. Ho avuto la fortuna di imparare direttamente da mia nonna e da mia madre alcune tecniche di lavorazione ormai scomparse perchè inapplicabili al mercato odierno, ma che puntualmente ritrovo su questi magnifici gioielli di sartoria che molto spesso mi capita di portare a nuova vita. A nuova vita infatti, non distrutti per far spazio al nuovo.
Ecco perchè, ancor prima di scrivermi, chiediti se quello che hai nell’armadio è una buona base da cui partire oppure è solo una bizzarra idea di risparmio (che a volte risparmio non è affatto). Non voglio sembrarti cruda, ma la realtà è questa.
E spero tu la legga prima di acquistare magari a 1000€ un abito in un outlet in cui ti promettono che le modifiche sono banali: osserva, osserva bene cosa stai comprando e come ti sta, osserva come si chiude, come ti sta sul seno, se è troppo largo o troppo stretto, troppo corto, troppo sporco, troppo rovinato. Osserva come ti prendono le modifiche, e pretendi di capire dove porteranno.
Troppe volte ho rimesso mano ad abiti venduti in questo modo, anche già modificati in outlet, oppure fatti uscire con la promessa che ‘la sarta sotto casa con 50 euro te lo sistema’. Metti in conto che le modifiche costano, a volte anche molto, tanto che mi pongo sempre un limite mentale per non superare una certa cifra che renderebbe il lavoro mastodontico. Qui torna utile il discorso sulle modifiche necessarie e facoltative, quelle che occorrono per INDOSSARE l’abito che hai comprato, e quelle che tutto sommato servono solo a renderlo più bello. Che sono ugualmente necessarie, certo, ma se si arriva ad una cifra davvero importante per lavorare quelle necessarie, forse le altre vanno rivalutate e affrontate in un altro modo. Tutto questo possiamo saperlo PRIMA, avendo gli strumenti necessari.
Non voglio spaventarti, ma sappi che molte di queste cose le dico non al primo incontro, ma al primo contatto su Whatsapp alle spose che mi chiedono pareri sugli abiti che hanno a disposizione. E dopo un breve scambio di battute, tutto diventa più chiaro, diventa reale, diventa fattibile o impossibile, quindi si passa avanti.
Ed eccoti di nuovo qui. Se sei arrivata alla fine di questa pagina probabilmente sei davvero interessata a sapere come andrà a finire, e se quello che hai nell’armadio potrà diventare l’abito del tuo matrimonio. Scopriamolo insieme, io sono qui.
Sara Lazzaro
Ti aspetto su Whatsapp al numero 329.9823909
Ah, se sei curiosa eccoti i link con le TESTIMONIANZE DIRETTE di alcune delle spose che hanno scelto di modificare un abito da sposa esistente!
– GAIA C. (abito da sposa vintage anni ’80 della mamma)
– CHIARA (abito da sposa vintage anni ’70 della mamma)
– MARIANNA M. (abito da sposa vintage anni ’80 della mamma)
– FATIMA (abito da sposa sartoriale realizzato in Messico)
– GIULIA M. (abito da sposa acquistato presso un atelier)
– MARIA TERESA S. (abito da sposa vintage anni ’60 della mamma)
– CARLA C. (abito da sposa industriale acquistato a Londra)
– FABRIZIA (restyling con calma + premaman improvviso!)